Blog satirico di antropologia politica


10 Ottobre 2023

La cattiveria

L'aggressività fa parte delle strategie di sopravvivenza di tutte le specie. Questo vale ancora di più per un predatore come l'uomo che uccide abitudinariamente e con piacere da milioni di anni. Dobbiamo riconoscerlo, siamo degli assassini nati.


Urban Cannibal

La cattiveria si è dimostrata vincente e ha contribuito al successo evolutivo della nostra razza. Ricordiamoci che le popolazioni antiche vivevano con usanze e credi simili, da una parte all'altra del mondo, per almeno centomila anni. La cattiveria è proprio ancorata nel nostro DNA. Molte persone oggi evocano romanticamente i tempi antichi dove gli uomini vivevano in pace e sintonia. Questa visione romantica mi infastidisce e voglio citare il racconto di un antropologo, esperto sul campo: "Quando due indigeni si incontrano casualmente nel mezzo della giungla, passano la prima mezz'ora a valutare se è meglio fare amicizia o uccidersi. Se quell'altro è un parente, magari anche lontano, possono andare d'accordo, altrimenti sarà meglio ucciderlo, prima che lo faccia lui. Le tribù di indigeni sono da sempre in guerra tra di loro perché anche nella giungla le risorse sono scarse e la vita è governata solo dalla lotta per la sopravvivenza. In quelle società, infatti la maggior parte dei decessi è dovuto all'assassino. Non appena l'uomo divenne sedentario, ovvero circa diecimila anni fa, iniziò ad erigere muri e castelli. Ai tempi questi lavori erano molto faticosi e si comprende quanto temevano per la loro incolumità. Da lì in poi è tutta storia moderna, solo che oggi non servono più le fortezze, abbiamo i missili atomici.
Siamo migliorati come animali sociali? Apparentemente sì, dalle nostre parti la morte per assassinio non è molto frequente. Se guardiamo gli umani a livello globale e consideriamo anche le guerre, il bilancio non è più così positivo. Il superpredatore che occupa una posizione di monopolio sulla terra, secondo la legge evolutiva di Darwin, senza più nemici esterni da combattere, si deve necessariamente fare la guerra in casa, uccidere per sopravvivere.
L'unica salvezza sta nell'intelligenza che riesce a comprendere i meccanismi dei sistemi viventi. Serve una nuova visione, l'uomo è a un bivio, continuare secondo l'impulso animalesco e soccombere presto nella tempesta atomica, oppure cambiare drasticamente visione e affidarsi all'intelligenza per costruire un mondo sostenibile. Finché abbiamo bisogno di eserciti, non siamo certo intelligenti e quelli che costruiscono muri, hanno sempre fallito.
Serve un progetto sistemico per il futuro con politiche pacifiste, il superamento delle nazioni e la gestione delle risorse in modo globale e democratico. Utopia? Certo, ma il nostro inno è quello di John Lennon: Imagine. Un grande sogno può innescare una piccola miccia nel nostro cervello.

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