Blog satirico di antropologia politica


23 Giugno 2023

La critica alla critica

Il successo di un artista e delle sue opere dipendono molto dal giudizio dei critici. Da molto tempo voglio scrivere un testo sulla critica all'arte, ma sono sempre timoroso; chi sono io che oso criticare, non sono mica uno studioso accreditato. Cerco di comprendere da sempre i critici e non voglio fare come il mio maestro, che a priori li definiva tutti degli svenduti.


Made in heaven - 1989 - starring Jeff Koons & Cicciolina

Sono un coetaneo di Jeff Koons, l'artista vivente più pagato al mondo. Mentre inseguivo il sogno dell'India, spogliandomi di tutti gli averi materiali, lui dimostrò già la sua primaria qualità, quella del brillante commerciante d'arte. Si vanta di non aver mai realizzato un'opera personalmente, infatti delega la parte pratica a uno staff di artigiani stipendiati. Per emergere si fece ritrarre in numerose sculture mentre copulava con la moglie, la porno diva Cicciolina (è un vero genio). Ho visto i suoi video e letto le sue dichiarazioni, ma a causa di quella grave e insopportabile forma di narcisismo dalla quale lui è afflitto, mi è venuta la nausea. Erroneamente, a me avevano insegnato che non è elegante lodarsi da soli.
Nella recensione di una recente mostra, il "The New York Review of Books" scrive: “La retrospettiva di Koons è come la tempesta perfetta con un vuoto perfetto al centro. La tempesta è tutta intorno a Koons: i prezzi d’asta da molti milioni di dollari, i commercianti di blue chip, le affermazioni iperboliche dei critici, l’adulazione e la polemica. Il vuoto è l’opera stessa, una successione di trofei della cultura pop, così emotivamente morti che i visitatori del museo appaiono un po’ frastornati mentre prelevano diligentemente i loro iPhone e producono i dovuti selfie”.
Sono il mio critico più feroce. Difficilmente mi accontento perché nelle mie creazioni vedo sempre più difetti che pregi. Misuro all'infinito la qualità d'esecuzione, nonché la coerenza e l'incisività del colpo d'occhio. La banalità mi terrorizza e la mia missione è il messaggio politico. E come la mettiamo con il successo con il pubblico? Ne parleremo dopo morto.
"Fuck the money e viva la satira". Il Koons merita tutto il successo, nonché una buona critica, visto che è un coerente successore del filone "Pop art" e alle sue opere non manca certo l'effetto del colpo d'occhio. Lo amerei, se non fosse posseduto da quell'ego maniacale, ma chi vuole avere successo, evidentemente deve essere come lui. Nell'arte contemporanea, il genio si misura attraverso la capacità di trasformare l'ego in denaro.

Partiamo da Zero

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