Blog satirico di antropologia politica


20 Febbraio 2023

Think global, act local

Dobbiamo inseguire nuovi ideali e rinunciare a molte abitudini, davanti a questa consapevolezza siamo come paralizzati. Abbiamo tutti mire e comportamenti ai quali non vogliamo rinunciare, siamo figli del boom economico ed educati per consumare secondo un modello che non è più accettabile, la bella macchina, i viaggi lontani, l’abbondanza esotica in tavola, ecc.

Fly more

Ogni giorno vedo volare sopra la mia testa migliaia di aeroplani. Dicono che il traffico nei cieli raddoppierà nei prossimi anni, ma di quale crisi si parla?

Più lo stile di vita è adagiato, più grande è la resistenza al cambiamento. Ed è questo il motivo per il quale la nostra umanità sta correndo senza freni verso il baratro. Noi, miliardi, diamo fiducia a pochi amministratori che non vogliono e non possono fare niente per invertire la rotta. Gli attuali dibattiti politici e le relative dichiarazioni di colpa sono delle comiche. Fiumi di parole, timide iniziative di immagine e niente di più. Attenzione però, qui facciamo appello alla coscienza personale. Non dobbiamo dare la colpa alla politica. “Tutti ci comportiamo male e il mio comportamento personale non può cambiare il corso degli eventi.” Questo è il nostro allegro motto di rassegnazione nello spirito dei lemming, quei roditori nordici che periodicamente, in caso di sovrappopolamento si gettano tutti insieme nel mare. La politica siamo noi e il cambiamento può iniziare solo da ognuno di noi.

Sostenibilità

I due mondi si interrogano sulla loro capacità di sopravvivenza.

Noi Europei benestanti ed educati siamo oramai una piccola minoranza su questa terrà. Immense schiere di popoli giovani e affamati stanno per cambiare gli equilibri del mondo, i nuovi arrivati vogliono vivere e consumare come noi. A tutti questi poveri in cerca di una nuova terra, presto si aggiungeranno quelli dell’innalzamento dei mari causato dallo scioglimento dei ghiacci. Insomma la questione dell’ambiente è anche una questione di sovrappopolazione. I pochi milioni di uomini di una volta, anche se inquinavano intensamente, poco incidevano a livello globale. Sarà mai possibile che tutti i 10 miliardi possano mangiarsi una bistecca quotidiana e viaggiare in automobile e in aeroplano?

Negli ultimi 30 anni la popolazione mondiale è duplicata e ogni 10 anni si aggiunge un miliardo. Mentre da noi la popolazione autoctona diminuisce, i paesi del terzo e quarto mondo scoppiano. A loro non rimane altro che buttarsi in mare per raggiungere le terre del benessere o tagliare gli ultimi boschi vergini e trasformarli in terreni agricoli. In Brasile si alleva poi la carne che finisce sulle nostre tavole. Anche se vogliamo consumare solo carne locale, sappiamo che i maiali tedeschi ingrassano con la soia coltivata sui terreni che furono la foresta amazonica. La scienza ci dice che dobbiamo diventare vegetariani. Questa consapevolezza non è facile da digerire per un popolo drogato di carne e per il quale la carne quotidiana in tavola è sempre stato il riferimento del benessere economico.

Il baratro

È inutile mettere in guardia il popolo dei lemming sui pericoli del baratro perché è nozione comune che non possono fare a meno di commettere suicidio di massa.

Chi da noi sostiene che non facciamo abbastanza figli, non pensa in modo globale, fortunatamente c’è anche chi ritiene che avere un proprio figlio biologico sia da irresponsabili, visto le immense schiere di bambini che hanno bisogno di essere adottati in un nido sicuro. In 10 miliardi ci si dovrà mettere d’accordo su come dividerci questo pianeta, quanto impatto ambientale concedere ad ognuno e a quale prezzo.

Intanto nel mondo avanza la destra fascista che vuole risolvere il problema dell’immigrazione con i vecchi metodi tedeschi della camera a gas. Via tutti gli immigranti, bruciamoli direttamente a casa loro per proteggere la nostra suprema razza bianca.

Partiamo da Zero

Edizione n° 5

100 brevi racconti esplosivi, illustrati con 300 acquarelli su 196 pagine;
la più ampia raccolta di disegni satirici su tematiche ambientali.

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