Blog satirico di antropologia politica


09 Gennaio 2023

Imagine

Nei tempi antichi era uso fare la guerra tra città, tipo Livornesi contro Senesi, contro Fiorentini e così via. Infatti, ogni borgo doveva essere circondato con alte mura per proteggersi dai vicini.

disegno ispirato alla copertina del disco Unfinished Music No.1 (1968)

Fortunatamente ci siamo evoluti e le ultime grandi guerre dalle nostre parti si sono combattute tra stati, tipo tedeschi contro francesi, contro italiani e così via. Ci siamo ulteriormente evoluti e abbiamo creato l’Europa unita per non dover più temere i vicini. Come cittadino europeo ho sempre avuto paura di chi vuole ritornare indietro a ripristinare vecchie frontiere. Il mio ideale politico è infatti il Mondo unito come quello sognato da John Lennon.
Sento la forte necessità di abolire gli stati attuali. Mi piacciono i comuni come unità politiche di base da unire in Regioni autonome sul modello tedesco o americano. Le Regioni, a loro volta, dovrebbero essere riunite in una grande Europa federale. Tutto il mondo, infine, dovrebbe essere unito in un governo unico che raggruppa le grandi aree continentali secondo la densità abitativa dei popoli. Forse dovranno passare ancora secoli, ma il mondo unito, sognato da Lennon diventerà sicuramente realtà. In alternativa ci aspetta prima o poi la guerra totale con l’estinzione dell’umanità.
“You may say I’m a dreamer”
Si anch’io sono un sognatore e ne sono fiero. Oggi la mia voce conta zero.
“But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one”
Lennon ha composto la canzone più bella e poetica che conosco: l’inno di speranza per un mondo unito.
Gli stati come l’Italia sono oramai obsoleti rifugi di pericolosi retrogradi. Il primo obbiettivo della politica dovrebbe essere quello di superare le frontiere, in quanto testimonianze di un modo arcaico di pensare. “Prima gli italiani” è un motto molto pericoloso. Lo avevamo già sentito da altre parti: “prima i lombardi,” “prima gli americani” oppure “prima la razza ariana” ai tempi di Adolfo. I politici populisti si rivolgono con questo slogan a persone ignoranti e impaurite che vedono con sospetto l’unità europea, perché non si rendono conto che è stata proprio l’integrazione che ci ha regalato quel lungo periodo di pace relativa della quale noi europei godiamo da decenni. Le guerre sono una conseguenza inevitabile delle nostalgie nazionaliste e ogni guerra è un fallimento per l’umanità.
Oggi le grandi potenze sono deboli e vivono delle profonde crisi interne. L’America è sull’orlo di una guerra civile tra modernisti e retrogradi e per distogliere l’attenzione dai veri problemi, richiede insistentemente al resto del mondo di aumentare le spese militari. Le altre superpotenze, Russia e Cina non sono messo meglio, gli uni si sono trasformati in un regime mafioso, controllato dai servizi segreti e gli altri sono un grande formicaio che teme più di ogni altra cosa l’individualità e la democrazia. Per unire il popolino dietro ai loro leader hanno perciò tutti la necessità di fare la guerra. Siamo allora tutti d’accordo?
Ricordatevi che le grandi conquiste dell’umanità all’inizio erano solo dei sogni che parevano impossibili.
Le sfide del futuro sono altre: la sovrappopolazione, il degrado ambientale e le diseguaglianze che creano inevitabilmente tensioni e violenze. I soldi che vengono spesi oggi dai governi per armamenti e guerre sarebbero più che sufficienti a sfamare tutti i popoli del mondo e aiutarli davvero a casa loro.

Il re di mota

Chiamatemi pure “Re Norberto il Zero”, re dei “Poggi di Mota”, minuscola frazione della Maremma. Per primo dichiaro guerra a quelli di “Casette di Mota”, la frazione adiacente. Le guerre servono per unire i seguaci e accrescere il prestigio del Re.

Qualcuno ricorda ancora “Re Nudo”, la principale rivista italiano dedicata alla controcultura, di natura libertaria degli anno ‘70?

Il concetto del “prima noi” conosce due estremi. Il primo è la micro-comunnità, ovvero “prima i motosi” noi quelli di poggi di mota. Siamo pronti a proclamare il nostro piccolo feudo, quello di casa nostra appunto, del quale io sarò il re, il re di mota. Vi suona assurdo? In un mondo che oramai, volendo o non volendo è globalizzato, non è più assurdo di “prima gli italiani”.
Per il secondo estremo servirebbe un’invasione di alieni dallo spazio che vogliono occupare la terra e sterminare l’umanità. Forse un tale evento riuscirebbe a unire i popoli. Non sarei così sicuro, magari quelli che prima dicevano “prima noi”, grideranno “prima gli africani”, nel senso “mangiate prima loro, che sono più saporiti”.
Eppure il re affascina il popolino anche nei nostri tempi moderni. Nascere principe o principessa è come vincere alla lotteria, quella fortuna che In Italia, ogni settimana, tentano in milioni. Come re o regina avrete fama e ricchezza assicurate e non dovete fare nient’altro che nascere in quella culla fortunata.
È triste realizzare che mezzo mondo è appassionato di quella gigantesca soap opera, chiamata Buckingham Palace, dove venerano un mondo passato da secoli e che secondo la canzone di Lennon non dovrebbe nemmeno esistere.

Immagina

John Lennon e Yôko Ono (1971)

Immagina che non ci sia alcun paradiso
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immagina tutta la gente
Che vive solo per l’oggi

Immagina che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immagina tutta la gente
Che vive la vita in pace

Potresti dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno ti unisci a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità

Immagina che non ci siano proprietà
Mi domando se si possa
Nessuna necessità di cupidigia o brama
Una fratellanza di uomini
Immagina tutta le gente
Condividere tutto il mondo

Potresti dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità

Partiamo da Zero

Edizione n° 5

100 brevi racconti esplosivi, illustrati con 300 acquarelli su 196 pagine;
la più ampia raccolta di disegni satirici su tematiche ambientali.

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